giovedì, Novembre 21, 2024
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Caffè Alzheimer: l’incisione delle canzoni scritte dagli anziani del centro

La settimana scorsa abbiamo introdotto, insieme agli utenti del Caffè Alzheimer, la fase di chiusura del laboratorio di musicoterapia in vista della pausa estiva, che inizierà dal 13 luglio.
Questo primo anno di attività del centro d’incontro, il cui obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone con demenza, e dei loro familiari, è stato molto intenso: tra anziani, operatori e famiglie si è creato un clima d’intesa molto piacevole, gioioso, accogliente. A più riprese ho sentito pronunciare la parola “famiglia”, ed è proprio così che in realtà ci si sente nelle nostre mattinate al centro TAM.
L’energia e la coesione di questo gruppo affiatato è il risultato di un grande lavoro relazionale svolto nel contesto delle diverse attività proposte (stimolazione cognitiva, fisioterapia, terapia occupazionale e musicoterapia).

Nello specifico, il laboratorio di musicoterapia ha consentito alle persone che hanno frequentato il centro di sperimentare una dimensione nuova del contatto con gli altri e con se stessi: seguire un ritmo allena l’attenzione, cantare un motivo è un mezzo espressivo per elaborare difficoltà emotive, suonare insieme allena e favorisce la socialità sempre molto difficoltosa in persone che soffrono di Alzheimer o altre demenze.

L’ambiente che si è creato nel corso degli incontri ha fatto emergere bisogni più strutturati, legati più a una percezione del sé di persone che non si sentono più adeguate ma che hanno tutta la volontà di esserlo e pian piano la loro parte espressiva e creativa è emersa sempre di più e ha arricchito il lavoro collettivo. 

Per questo venerdì è stata una giornata davvero speciale: di buon mattino, insieme a tutti gli operatori del centro e grazie alla disponibilità dei familiari degli anziani che lo frequentano, ci siamo incontrati tutti per andare a registrare le due canzoni scritte dagli anziani insieme ai musicoterapisti. È difficile raccontare in breve il percorso che abbiamo seguito per arrivare a questo risultato, ma è necessario porre alcuni punti per spiegare il senso di tutto questo.

 

L’idea di registrare un prodotto finito, nato inizialmente dalle improvvisazioni musicali emerse nelle nostre normali attività di laboratorio, è stato un pretesto per dare forma ad un ricordo tangibile di questo anno insieme. Scrivere e creare queste canzoni è stato relativamente semplice, probabilmente perché il bisogno di raccontarsi, comune ad ogni essere umano, è stato più forte di qualsiasi paura di giudizio, di qualsiasi limite oggettivo dato dalla non conoscenza della musica, ad esempio.

Nelle improvvisazioni sonoro-musicali spesso sono emerse melodie, ma soprattutto testi, frasi, parole raccontate di volta in volta dai membri del gruppo, anzi spesso parole e melodie sono nate quasi insieme per gioco.

Per fare questo ci siamo rivolti al maestro Ciro Palella dell’Accademia Musicale “Giuseppe Verdi” di Volla. Nella figura di direttore e allo stesso tempo tecnico di registrazione, Ciro ci ha accolti nella sua scuola di musica e ci ha offerto il suo aiuto per realizzare questo nostro piccolo desiderio.
Il giorno dell’incisione è stato molto intenso: non è difficile immaginare le difficoltà che ogni persona che ha partecipato affronta  a causa della propria patologia, e perciò anche l’impegno profuso in questa esperienza stra-ordinaria in ogni senso. Abbiamo potuto vedere l‘emozione  degli utenti del centro e dei loro familiari, consapevoli tutti dell’importanza e della bellezza di questo momento.
Anche noi abbiamo vissuto insieme a loro un’esperienza che pochi possono vantare nella propria vita, (inventare e registrare una canzone propria) malati e non. Questo ha consentito anzitutto una grande percezione di auto-efficacia per le persone che frequentano il centro, ma è stato un momento importante anche per i familiari, che hanno potuto vedere dopo tanto tempo il proprio caro non solo come “malato” ma come una persona  ancora piena di risorse, capace di avere un ruolo determinante all’interno di un’organizzazione strutturata e nella relazione con gli altri.

La narrazione di sé è stato l’elemento trainante di questi gruppi terapeutici, incoraggiato non soltanto dall’improvvisazione ma anche dalla raccolta di pensieri formulati dagli utenti alla fine di ogni incontro di musicoterapia. Grazie alla funzione narrativa è stato possibile, dopo aver vissuto momenti emotivamente intensi, ripensare e fissare su carta ciò che è stato esperito.

La richiesta di “imparare a suonare meglio”, di “fare qualcosa di queste canzoni” ha consentito il passaggio estetico. Abbiamo infatti approfittato di tale richiesta per favorire la riabilitazione cognitiva delle persone, assegnando delle vere e proprie partiture strumentali e vocali pensate ad hoc per ognuno. Hanno dunque imparato  i testi delle canzoni, le parti singole e quelle del gruppo. Hanno imparato a suonare insieme e sempre di più a sentire proprie le canzoni che avevano composto senza accorgersene quasi.
Ogni giorno cresceva la soddisfazione dei membri del gruppo e l’esigenza di simbolizzare questo percorso, per questo la scelta di fermare nel tempo il risultato di questo lavoro, con la realizzazione di un brevissimo cd, è stata conseguenza quasi obbligata ed accolta con piacere da tutto il gruppo.
Per poche ore alla settimana, uniti dallo stesso obiettivo, gli anziani del centro d’incontro hanno davvero potuto mettere da parte la propria condizione patologica, riscoprirsi persone in grado di coltivare un interesse, con le dovute difficoltà dell’Alzheimer, ma ritrovando attraverso il sostegno del gruppo la fiducia in se stessi di poter arrivare fino in fondo grazie al proprio impegno quotidiano.

 

Agostino Borroso
Martina Scognamiglio

 

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