DSA: COME RICONOSCERLI E COSA FARE
DSA è l’acronimo di Disturbi Specifici di Apprendimento. Fanno parte dei DSA disturbi di abilità di lettura, scrittura e calcolo che possono causare non poche difficoltà ai bambini che iniziano la loro vita scolastica. È importante quindi imparare a riconoscere tali disturbi e sapere a chi rivolgersi e quali aiuti si possono dare ai bambini che li manifestano.
I DSA sono disturbi nell’apprendimento che interessano alcune abilità specifiche che devono essere acquisite da bambini e ragazzi in età scolare.
I disturbi specifici dell’apprendimento comportano la non autosufficienza durante il percorso scolastico in quanto interessano nella maggior parte dei casi le attività di lettura, scrittura e calcolo.
Quando il disturbo interessa la lettura si chiama DISLESSIA.
La dilessia è caratterizzata da:
- Difficoltà di leggere in maniera accurata e/o fluente.
Un bambino dislessico può leggere e scrivere, ma non può farlo in maniera automatica come gli altri. Leggere e scrivere gli costa molta più fatica e impegno, quindi si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro con i programmi; - L’inversione di lettere o la sostituzione di lettere,
a volte non riesce ad imparare alcune informazioni in sequenza come le lettere dell’alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell’anno; - Confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali
(es. destra – sinistra); - Può avere difficoltà nell’esposizione orale di contenuti complessi (in particolare nelle interrogazioni).
Il disturbo della scrittura si chiama DISGRAFIA.
Il bambino disgrafico tende a:
- Mescolare caratteri a stampatello e scrittura corsiva, lettere maiuscole e minuscole;
- Omettere grafemi o parti di parola (es. pote per ponte o camica per camicia),
- Sostituire di grafemi (es. vaccia per faccia; parde per parte),
- Invertire i grafemi (es. il per li; spicologia per psicologia),
- Non seguire una linea retta nella scrittura e la posizione delle lettere sulla pagina è incoerente rispetto a linee e margini del foglio. Anche le dimensioni e l’inclinazione dei caratteri variano molto;
Dal punto di vista fisico, si nota una posizione strana sia del polso che del quaderno, così come un modo inusuale e scomodo di tenere la penna, spesso con sole due dita.
Quando il disturbo interessa il calcolo viene chiamato DISCALCULIA.
Il bambino mostra difficoltà:
- Nell’identificare i numeri e nello scriverli, in particolare se sono lunghi con molte cifre; nel riconoscere le unità che compongono un numero;
- Nell’identificare i rapporti fra le cifreall’interno di un numero;
- Nel saper scrivere numeri sotto dettatura;
- Nel numerare in senso progressivoascendente e discendente; nello svolgimento delle quattro operazioni matematiche;
- Nel cogliere nessi e relazioni matematiche;
- Nell’associare ad una certa quantità il numero corrispondente;
- Nell’imparare il significato dei segni(più, meno, per e diviso);
- Ad analizzare e riconoscere i datiche permettono la soluzione di un problema;
- Nell’apprendere le regole dei calcoli(prestito, riporto, incolonnamento, ecc.);
- Nell’apprendere semplici operazionicome ad esempio le tabelline, i cui risultati vengono ottenuti in modo automatico senza ricorrere a difficili procedure di calcolo.
I bambini con disturbo dell’apprendimento devono combattere ogni giorno contro la demoralizzazione e la bassa autostima. Gli insegnanti li considerano testardi, con scarsa volontà e, nei casi più gravi, sono reputati meno intelligenti degli altri.
Come fare a riconoscere i DSA? A chi rivolgersi?
Se si hanno dubbi che un bambino abbia difficoltà di apprendimento è necessario richiedere una valutazione specialistica a un neuropsichiatra infantile o a uno psicologo. Per una tale valutazione ci si può rivolgere alla propria ASL di appartenenza (Servizio di Neuropsichiatria Infantile o Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile o di Neuropsicologia), oppure a specialisti che svolgono privatamente la libera professione.
Ottenuta la diagnosi di DSA i bambini non hanno diritto all’insegnante di sostegno. Hanno però diritto, grazie alle Legge 170/10 alla predisposizione di un PDP – Percorso Didattico Personalizzato (o Percorso Educativo Personalizzato). La realizzazione del PDP implica l’adozione di tutte le misure dispensative e compensative, appropriate all’entità ed al profilo della difficoltà. Tutto ciò in nome del diritto allo studio e dell’uguaglianza, che non significa partire ciascuno dallo stesso punto ma fornire a tutti gli strumenti adatti (e personalizzati) per poter raggiungere i propri obiettivi.
Dott.ssa Noemi Guasco
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