Costruire ponti con la Demenza attraverso i più giovani
Rimanere a casa può aver cambiato radicalmente i nostri rapporti. Sebbene confinati negli spazi fisici, le distanze possono essere aumentate. Infatti costruire ponti con la persona con demenza, trascorrere del tempo con lei, può dare valore a questo momento di crisi. Che sia una telefonata o un’attività insieme, soprattutto un giovane può trasmettere la forza necessaria.
Come i giovani vedono la demenza
Immaginando comunemente il volto della Demenza, spesso la si associa ad un anziano. Dunque può risultare difficile, per un giovane, riflettere su questa condizione: la vecchiaia e le sue preoccupazioni possono essere percepite come molto distanti. Purtroppo la presenza di un familiare con Demenza non sempre può essere d’aiuto per superare lo scoglio. Inoltre la capacità di fare delle attività insieme può essere ostacolata dai sintomi; non riuscire a comunicare può essere una barriera che scoraggia i propri propositi.
Aspetti positivi grazie al contatto con i giovani
Nonostante gli scenari elencati, avvicinare un giovane a questa condizione può essere una risorsa. Il contatto tra una persona con Demenza ed un giovane può portare benefici ad entrambi.
Ecco peraltro alcuni aspetti positivi per la persona con Demenza dal contatto con un giovane:
- Socializzazione – spesso una persona con Demenza può sentirsi isolata. La compagnia di un giovane (che sia un familiare o un estraneo) può offrire degli spunti. La persona può sentirsi motivata a prendersi cura di sé per fare insieme delle attività. Avere dei momenti in compagnia in maniera rituale aiuta a scandire il passare del tempo.
- Mentoring (Fare da guida) – una persona con Demenza può disporre di un ricco bagaglio di esperienza. Alcune capacità pratiche possono essersi conservate nonostante la condizione. In altri casi è possibile fare affidamento su esperienze passate e sui modi di poterle affrontare. Nonostante le difficoltà, si può fare tesoro di quello che la persona con Demenza ha da offrire.
- Prendersi cura – una persona con Demenza può considerarsi svalutata dalla condizione. Assistere qualcuno più giovane può responsabilizzare la persona con Demenza. Aiutare un giovane può offrire uno scopo e dignità alla persona. Il coinvolgimento in attività significative può essere un valido mezzo per migliorare la qualità di vita.
Diversi aspetti dell’interazione
Favorire l’interazione tra giovani e persone con Demenza può diventare un’occasione preziosa. Costruire ponti con la persona con Demenza può promuovere lo sviluppo in diversi aspetti:
- Consapevolezza – l’esperienza diretta con una persona con Demenza aiuta a capire meglio questa condizione. La condivisione di un percorso permette di riconoscere difficoltà e barriere presenti. Attraverso queste occasioni, è possibile sensibilizzare verso questo tema. Vivere in prima persona la Demenza può consentire di superare alcune idee stereotipate su questa condizione.
- Apprendimento – una persona con Demenza può offrire la propria esperienza di vita come risorsa. Un giovane può essere facilitato nell’apprendere nuove competenze da una guida più esperta. L’accompagnamento passo dopo passo può contribuire in modo importante alla formazione.
- Confronto – interagire con la persona con Demenza può rappresentare una sfida. Non pochi ostacoli sono posti tra la persona con Demenza ed un giovane: la distanza tra le generazioni e le compromissioni possono minare questo rapporto. Nonostante le barriere esistenti, il loro superamento può preparare ad impedimenti nel futuro. Affrontare una situazione sconosciuta e nuova può essere fonte di arricchimento.
Contribuire al benessere del proprio caro
Infine familiari o meno, i giovani possono contribuire al benessere delle persone con Demenza. Promuovere il contatto tra questi mondi potrebbe ridurne le distanze.
La crescita di ognuno, in fondo, non si ferma con l’età.
Dott. Danilo Atripaldi (Psicologo)
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