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La riserva cognitiva: un serbatoio di risorse per un sano invecchiamento

Ogni sistema necessita di adattarsi ai cambiamenti che si impongono nel corso del tempo. Infatti la capacità di adattarsi può influire sulla sopravvivenza in maniera diretta. Questo principio può essere applicato a buona parte dei sistemi viventi. Di conseguenza il nostro cervello sviluppa e modifica sè stesso in relazione alle esperienze vissute.
Inoltre nel corso della vita, le sfide e le difficoltà hanno un impatto che modifica le risorse a disposizione. L’accumulo di queste risorse prende il nome di riserva cognitiva: un bagaglio a disposizione della persona per fare fronte alle richieste delle circostanze.

Possedere un’elevata riserva cognitiva potrebbe essere un fattore protettivo nei confronti dell’invecchiamento cerebrale. L’impatto della riserva cognitiva sembra evidente dalla presenza di marcatori patologici anche in persone asintomatiche.

Come la riserva cognitiva compensa ai danni

Attraverso la modifica del tessuto nervoso, la “riserva cognitiva” può compensare ai danni. L’azione di quest’ultima si può tradurre in alcuni meccanismi. Quali:

  • Promozione di circuiti alternativi – Il sistema nervoso è connesso attraverso le sinapsi, su cui viaggiano le informazioni. Per svolgere un compito, spesso è necessario un percorso specifico. Un’elevata riserva cognitiva permette di poter disporre di più percorsi possibili.
  • Protezione dal danno – Disporre di un’elevata riserva può ritardare l’azione di processi patologici. I sintomi necessitano di maggiore tempo per comparire e provocare interferenza nella vita di tutti i giorni.
  • Plasticità neurale – L’azione di questa riserva può modificare la struttura del tessuto nervoso. Tali modifiche possono influenzare il modo in cui avviene la trasmissione, cambiandola nel tempo.
Le sue caratteristiche

Quindi la riserva cognitiva non rappresenta una caratteristica rigida. Essa non dipende necessariamente dai fattori genetici, come la riserva cerebrale. Perciò aumentarla non sempre corrisponde ad incrementi di tessuto nervoso. La sua potenzialità è la capacità di essere flessibili. Ogni difficoltà può essere affrontata in base alle risorse a disposizione.  Dunque l’influenza degli stili di vita è cruciale per sviluppare al meglio queste risorse.

Fattori che la accrescono

Alcuni fattori possono essere modificati per poter accrescere la riserva cognitiva:

  • Allenare la mente – Esercitarsi con sfide nuove e diverse promuove le proprie capacità. L’allenamento continuo delle mente mantiene attivi alcuni percorsi del tessuto nervoso. L’organizzazione di queste risorse permette di affrontare le richieste della vita di tutti i giorni.
  • Allenare il corpo – Attività fisica costante produce effetti benefici sulla salute mentale. Certamente l’esercizio fisico può migliorare il tono dell’umore. Riducendo i rischi vascolari, l’esercizio può migliorare le capacità cognitive.
  • Nutrirsi correttamente – Un’alimentazione sana contribuisce al corretto funzionamento del corpo. Infatti seguire la dieta mediterranea può avere un impatto antinfiammatorio ed antiossidante. Miglioramenti alla circolazione possono aiutare le abilità cognitive.
  • Gestire le dipendenze – Il consumo di alcol e sigarette può incidere sul funzionamento cerebrale. Proprio l’abuso di sostanze può compromettere le proprie abilità nel tempo. Il fumo può costituire un rischio per la riduzione dell’apporto di ossigeno al cervello. Invece una quantità moderata di alcool può invece offrire protezione antiossidante.
  • Promuovere la rete sociale – La frequenza e la qualità di contatto sociale influenzano le capacità cognitive. Dunque l’isolamento sociale può costituire un rischio per lo sviluppo di condizioni mediche in tarda età. Essere coinvolti nelle attività con gli altri può aiutare a sentirsi motivati.
Promuovere la riserva attiva

I fattori elencati possono avere un impatto sia sul medio che sul lungo termine. È importante sensibilizzare ad un’azione precoce. Promuovere la riserva cognitiva può supportare un invecchiamento attivo. Nonostante non sia possibile azzerare i rischi, quest’ultima consente all’organismo di affrontare al meglio le barriere di fronte a sé.

Dott. Danilo Atripaldi (Psicologo)


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