Passato, presente e futuro: come cambia la percezione del tempo nella demenza
Tempo e spazio sono spesso i punti di riferimento per la nostra esperienza. Nonostante possano sembrare elementi statici, la percezione del tempo e dello spazio può essere differente da persona a persona o anche compromessa, in caso di demenza o altre patologie.
La capacità di utilizzare correttamente le informazioni temporali è cruciale in molti aspetti della vita quotidiana. Dall’attraversare la strada una volta scattato il semaforo verde al pianificare nel futuro qualcosa da fare, alcune sequenze di azioni richiedono un’accurata percezione del tempo. L’esperienza del passaggio del tempo ha in comune diverse caratteristiche simili alla percezione degli altri sensi. Vediamo:
- è possibile individuare un limite al di sotto del quale non viene percepita una variazione.
- la durata della percezione è direttamente collegata all’intensità oggettiva (ad una durata temporale maggiore si associa una percezione soggettiva più duratura).
- le variazioni nella percezione della durata aumentano in maniera proporzionale al loro incremento (al crescere della durata viene richiesta maggiore differenza per notare un cambiamento).
Cronestesia
Spesso tempo e spazio possono anche essere gli indicatori che ancorano la persona ad un senso di realtà: permettono alla persona di orientarsi al presente, di consultare il passato e di prospettare il proprio futuro mettendo in sequenza gli avvenimenti. La possibilità di spostarsi sulla linea temporale necessita di ordinare gli eventi in una sequenza da poter percorrere e di averne la consapevolezza. Il termine cronestesia viene utilizzato proprio per indicare quest’abilità di muoversi tra i periodi temporali. Questa capacità di integrare diverse prospettive temporali spesso richiede il coinvolgimento di più capacità cognitive. Un’alterazione della memoria o dell’attenzione può compromettere questo delicato processo d’integrazione. Anche la consapevolezza dello scorrere del tempo si basa su complessi meccanismi di regolazione provenienti dal corpo e dall’esterno.
Alcuni aspetti possono modificare la percezione dello scorrere del tempo: le caratteristiche fisiologiche dovute allo stato (come affaticamento ed emotività) e l’esperienza dell’evento (durata e caratteristiche) possono condizionare questo processo. Il nostro sistema nervoso è quindi vincolato nell’elaborazione da limiti dovuti alla trasmissione delle informazioni. Collegare informazioni di diversa natura impone un’integrazione temporale degli eventi: la necessità di poter elaborare solo una porzione limitata delle informazioni per volta può richiedere un tempo totale maggiore, che influenza sulla percezione della durata temporale dell’evento.
Percezione del tempo alterata nella persona con Demenza
Una persona con Demenza può essere esposta ad una condizione di disorientamento dal punto di vista della percezione tempo. Questa condizione spesso rappresenta una delle possibili manifestazioni cliniche: il grado di compromissione di quest’abilità può variare notevolmente da persona a persona. La caratteristica da considerare per valutare accuratamente la difficoltà è l’impatto sulla vita quotidiana. Una percezione alterata del passaggio del tempo può essere associata ad altri possibili aspetti. Quali:
- Rallentamento delle prestazioni (maggiormente evidente quando è richiesto di fare più compiti contemporaneamente).
- Difficoltà attentive (spesso dipendenti dalle richieste al carico attentivo).
- Alterazioni della memoria episodica (difficoltà nel reperire il contesto temporale delle informazioni e nel collocare in sequenza gli eventi).
- Compromissioni nella capacità di formare nuovi ricordi (con possibili conseguenze sull’apprendimento di nuove informazioni).
- Alterazioni nella capacità di prendere decisioni (il tempo richiesto per raggiungere una decisione è influenzato dal grado di certezza nelle proprie decisioni, spesso compromesso dalla necessità di considerare più a lungo le opzioni disponibili).
- Difficoltà nel pianificare gli eventi (legata alla necessità di rappresentare una prospettiva temporale tra il momento attuale e quello futuro).
Eterno tempo presente
Spesso la difficoltà che una persona con Demenza ha nella percezione del tempo può aumentare il proprio senso di confusione. Quando il riferimento alla realtà viene a mancare, la persona con Demenza potrebbe vivere la sensazione di un eterno tempo presente. Disorientamento e confusione possono rivestire un ruolo critico in alcune manifestazioni cliniche. Infatti la persona con Demenza potrebbe non riconoscere la propria casa, chiedere in maniera ricorrente quando avverrà un determinato impegno o chiedere informazioni su parenti e amici ormai scomparsi. Per poter prevenire l’insorgenza di queste difficoltà può essere utile coltivare la propria riserva cognitiva.
Mantenersi attivi attraverso l’esercizio fisico, promuovere un’alimentazione sana e coltivare attività mentalmente stimolanti possono essere delle buone pratiche da adottare. Per cui, se si cominciano ad osservare difficoltà nel ricordare appuntamenti e nel tenere traccia degli impegni, può essere d’aiuto utilizzare dei supporti mnemonici appositi: agende, lavagne, note, post-it ed applicazioni su cui riportare le informazioni possono prevenire la loro perdita, compensando in parte queste difficoltà.
Dott. Danilo Atripaldi (Psicologo)
Seguici sui nostri social