Teniamoci Attivi – Gioco musicale e demenza: il mimo sonoro per associare suono e oggetto
Il gioco musicale proposto oggi si chiama “mimo sonoro”, un gioco molto semplice ma è utile ai vostri cari con demenza per stimolare l’attenzione, la rievocazione e l’espressione spontanea, oltre a stimolare l’imitazione e favorire la fluenza.
Caratteristiche del gioco
Sebbene questo gioco musicale sia molto semplice da realizzare e a tratti può sembrare banale, in realtà il mimo sonoro è utilissimo per favorire l’espressione del sé, e non soltanto per una persona con demenza. Ciò a cui abbiamo pensato nel proporre questo gioco è stato cercare un modo per scardinare alcuni punti che quotidianamente ci portiamo nel vivere di tutti i giorni. Pensiamo ad esempio all’imbarazzo che proviamo nel partecipare ad un gioco con gli amici, ad esempio il più classico gioco dei mimi. Tutte queste resistenze fanno sì che diventi complesso esprimersi veramente, con inevitabili ripercussioni nel tono dell’umore. La leggerezza e la gioia di viversi un momento spensierato sono ciò a cui ambiamo nel proporre questo gioco.
Il nostro familiare con demenza seguirà l’obiettivo di imitare dei suoni che vede in immagine. Facendo questo vi è una stimolazione che consente di associare un suono ad un’immagine, ad un oggetto, e soprattutto a riprodurre lo stesso.
Difficoltà
La difficoltà principale in cui si può incorrere è probabilmente quella di trovare resistenze nel fare i suoni proposti. Nonostante si lavori a livelli vari, stimolando memoria semantica, associazione immagine/suono, rievocazioni, il punto centrale di questo esercizio è proprio nel superare le difficoltà e l’imbarazzo dell’imitare degli oggetti quotidiani. Superata la barriera iniziale si apre però un canale comunicativo che ha numerose possibilità e offre alla persona, con demenza o anche senza particolari difficoltà, ad esplorare territori diversi e dunque sfruttare l’occasione per aprire una comunicazione nella persona con difficoltà cognitive.
Come si gioca
Questo gioco può essere fatto in famiglia, in gruppo o individualmente e diverse possono essere le regole da seguire.
- Se il vostro familiare ha difficoltà a comprendere regole complesse:
Potete semplicemente mostrare la carta e chiedere al vostro caro di ricordare quale suono emette o fa quel dato oggetto. Ad esempio, all’immagine dell’orologio si accosta il suono onomatopeico tic-toc tic-toc. Una volta rievocato il suono, si può chiedere al proprio familiare del proprio orologio da polso preferito, o di un regalo che avete ricevuto da lui; della fissa per arrivare in orario oppure di come ad esempio all’ora della partita tutti sono fermi davanti alla tv in attesa del match.
In questo modo il suono e il gioco diventano occasione per lavorare sulla contestualizzazione, la rievocazione di ricordi e situazioni di vita quotidiana. A volte è difficile persino trovare un pretesto di conversazione e partire da questo gioco e dalle immagini può essere un ottimo modo.
- Se il vostro familiare riesce a seguirvi e a giocare con facilità una volta che ha compreso la regola:
Potete impostarlo allo stesso modo del gioco del mimo. Quindi al posto dell’imitare coi gesti, si imiteranno le figure delle carte attraverso il loro suono. Le carte saranno coperte, una persona a turno pesca la carta senza farla vedere agli altri e, imitando il suono che fa quell’oggetto, dovrà farlo indovinare agli altri. Potete anche impostare il gioco a punti o a squadre. E soprattutto aggiungere altri oggetti alle carte proposte con vari livelli di difficoltà. In questo modo se giocate in famiglia e a squadre la sfida diventerà più avvincente e può coinvolgere anche i più piccoli.
Clima piacevole, gioioso e divertente
Affidatevi alla vostra creatività nell’utilizzare i materiali proposti. La cosa essenziale è però che si crei un clima piacevole, giocoso, divertente. Prendere questo momento come relazionale, ludico, gioioso consente di non affidarsi a delle resistenze e soprattutto di esprimersi con libertà. Non è essenziale indovinare o imitare bene. L’essenziale, questa volta è stare insieme, divertirsi, giocare con i suoni.
Dott. Agostino Borroso – Musicoterapeuta, Dottore in Psicologia
Dott.ssa Martina Scognamiglio – Musicoterapista
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