giovedì, Novembre 21, 2024
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Autismo: lo sviluppo della Teoria della Mente e il suo ruolo nell’interazione sociale

La teoria della mente (TOM) consiste nella capacità di capire le credenze, i desideri, le emozioni proprie e altrui, per spiegare il perché si mette in atto un comportamento. Per rendere più chiaro questo difficile concetto riportiamo un famoso esperimento che ha gettato le basi per gli studi attuali. Il compito della falsa credenza (Perner J. & Wimmer H., 19831) il quale in una sua versione vien chiamata anche esperimento della bambola (Baron-Cohen et al., 19852), utilizzato specialmente nei bambini con autismo, per valutare lo sviluppo della teoria della mente. Il compito della falsa credenza consiste nel mostrare al bambino una vignetta che rappresenta due personaggi che giocano con un oggetto. Uno dei due personaggi nasconde l’oggetto ed esce. Il personaggio rimasto in stanza, lo sposta e lo nasconde altrove. Quando il primo personaggio rientra in stanza, dice che andrà a riprendere l’oggetto. A questo punto viene chiesto al bambino dove lo cercherà. La risposta corretta sarà: «Dove lo ha nascosto prima di uscire dalla stanza».

Questo rappresenta proprio il principio espresso dalla Teoria della mente poiché il bambino risulta capace di comprendere lo stato mentale dell’altro ossia il primo personaggio non sa dello spostamento e dunque lo cerca dove crede che sia e non dove è realmente. Questo compito viene svolto dai bambini dai 4 anni in poi, ma non dai bambini di tre anni. Ciò presuppone che la comparsa della TOM, si aggiri attorno ai quattro anni.

Cosa precede lo sviluppo della Teoria della mente?

Tuttavia le capacità di rappresentazione mentale del bambino si sviluppano prima dei 4 anni, e vengono evidenziate da una serie di precursori. Tra cui:

  1. Attenzione condivisa: compare attorno ai nove mesi. È la capacità sia da parte del bambino che da parte dell’adulto di spostare l’attenzione verso la medesima cosa. Per esempio, il bambino guarda il sonaglino, poi guarda la mamma, poi guarda di nuovo il sonaglino, finché anche il genitore non volge lo sguardo verso l’oggetto, e magari lo prende e iniziano a giocarci insieme.
  1. Imitazione precoce: compare attorno ai nove mesi e consiste nella capacità del bambino di riprodurre le espressioni dei genitori (es. mamma ride, bimbo la guarda e poi sorride) e successivamente anche le azioni (es. il papà tira la cordicella del carillon, il bambino lo osserva e poi fa la stessa cosa).
  2. Gioco simbolico: Consiste nella capacità del bambino di usare un oggetto al posto di un altro (es. prende la macchinina, la porta all’orecchio e dice “pronto?).
Le diverse funzioni

La teoria della mente, inoltre assolve a diverse funzioni, tra le quali innanzitutto quella sociale, poiché permette di dare senso al comportamento proprio e altrui. Svolge inoltre una funzione adattiva perché il comportamento si modula a seconda del contesto. Ed infine svolge una funzione protettiva, nel momento in cui si percepisce che il comportamento dell’altro non ha sempre a che fare con sé.

Cosa succede nell’Autismo?

I bambini o ragazzi con autismo presentano importanti carenze proprio nello sviluppo dei precursori da cui si sviluppa la Teoria della Mente.

  • Per quanto riguarda l’attenzione condivisa, generalmente i bambini o ragazzi con Disturbo dello Spettro Autistico tendono a non seguire la linea dello sguardo dell’adulto e a non guardare alternativamente l’oggetto di interesse e l’adulto stesso. Inoltre, questi bambini potrebbero comprendere ed utilizzare il gesto di indicare definito come pointing per richiedere qualcosa che si desidera avere (funzione richiestiva). Ma raramente potrebbero utilizzare lo stesso gesto per condividere un’esperienza oppure l’interesse per qualcosa e richiamare così l’attenzione dell’adulto su un evento oppure su uno stesso oggetto (funzione dichiarativa).
  • Per quanto riguarda l’imitazione precoce, generalmente i bambini o ragazzi con Disturbo dello Spettro Autistico tendono a non riprodurre né le espressioni degli altri (ad esempio, l’assenza del sorriso sociale per cui non si risponde al sorriso dell’altro) né le loro azioni;
  • Per quanto riguarda la capacità di mettere in atto il gioco simbolico e di finzione, generalmente essa sembra mancare oppure essere estremamente carente. Il gioco, infatti, sembra essere meccanico e ripetitivo.

Di conseguenza, I bambini o ragazzi con Disturbo dello Spettro Autistico non riuscirebbero a sviluppare adeguatamente una teoria della mente.

Autismo e sviluppo della Teoria della Mente

Secondo Baron-Cohen, Leslie e Frith (19852), le manifestazioni comportamentali che caratterizzano il Disturbo dello Spettro Autistico deriverebbero dall’Assenza di una Teoria della Mente.

I bambini o ragazzi con questo disturbo sarebbero incapaci di inferire gli stati mentali altrui (pensieri, opinioni, intenzioni) e utilizzare queste determinate informazioni per prevedere, interpretare e spiegare i comportamenti degli altri (cecità mentale). Di conseguenza, non riuscirebbero a stabilire un Contatto reale con gli altri, mostrando difficoltà nella comunicazione verbale, nell’interazione sociale e sviluppando comportamenti ossessivi, ripetitivi e stereotipati.

Come dimostrato da una serie di studi sperimentali (Baron-Cohen et al., 19852; Oswald & Ollendick, 19893; Prior et al., 19904), generalmente la maggior parte dei bambini o ragazzi con Disturbo dello Spettro Autistico infatti non riesce a risolvere il compito della falsa credenza (o esperimento della bambola).

È fondamentale sottolineare che attualmente, la compromissione della teoria della mente è considerata soltanto una delle possibili ipotesi eziologiche responsabili del Disturbo dello Spettro dell’Autismo.

Bibliografia
  1. Wimmer H., & Perner J., (1983). Beliefs about beliefs: Representation and constraining function of wrong beliefs in young children’s understanding of deception. Cognition, 13, 103-128.
  2. Baron-Cohen, S., Leslie, A., Frith, U. (1985). Does the autistic child have a theory of mind? Cognition, 21, 37 – 46.
  3. Oswald, D. P., & Ollendick, T. (1989). Role taking and social competence in autism and mental retardation. Journal of Autism and Developmental Disorders, 19, 119 – 128.
  4. Prior, M., Dahlstrom, B. & Squires, T. (1990). Autistic children’s knowledge of thinking and feeling states in other people. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 31, 587-602.

 

Dott.ssa Rosamaria Satriano, Dottoressa in Psicologia
Dott.ssa Marina Dei, Psicologa


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