Demenza e modello biopsicosociale: la persona e il suo benessere al centro dell’intervento di cura
La diagnosi di una condizione medica spesso può essere un momento di cambiamento nella vita personale. Infatti possono succedersi preoccupazioni guardando al futuro. Come ad esempio modifiche allo stile di vita e limitazioni da osservare dovranno orientare il proprio percorso. Questo delicato momento può prendere una traiettoria discendente: una spirale che finisce per peggiorare le proprie condizioni di vita. La prospettiva che si adotta come modello di cura spesso influenza le decisioni da prendere per il trattamento. Ogni modello di cura stabilisce un percorso differenziato in base agli obiettivi da raggiungere. Principalmente è possibile distinguere due diversi tipi di intervento alla salute della persona con demenza, un modello ad orientamento “organico” ed uno definito biopsicosociale.
Il raggiungimento del benessere, nel primo caso, è costituito principalmente dall’eliminazione o dalla riduzione dei sintomi riferiti.
Nel caso del modello biopsicosociale, invece, l’intervento per il benessere della persona con demenza è il prodotto dell’influenza di diversi fattori (organici, psicologici, sociali). Questi ultimi possono costituire delle risorse da cui poter attingere o delle barriere da dover affrontare. I due approcci, nel caso di una condizione di Demenza, potrebbero stabilire priorità diverse per il trattamento e favorire determinati tipi di intervento.
L’approccio organico
Un approccio strettamente “organico” al concetto di malattia la vede come espressione patologica. Ci si impegna a ricercare le cause, si tracciano previsioni future. Pertanto molte delle decisioni si basano sulle opportunità di trattamento: si sceglie la terapia più adatta che cerchi di “eliminare il problema”.
Questo approccio consente di concentrare gli sforzi di cura in una soluzione. Questo però in diverse occasioni, non sempre è possibile. Alcune patologie possono essere attenuate, rendendole condizioni croniche con cui convivere. Per controllare al meglio queste condizioni, può essere necessario monitorarne l’andamento nel tempo.
L’approccio “organico” nella demenza
Nel caso della Demenza, questo approccio “organico” si concentra sull’indagine delle cause che portano alla condizione. Le attuali conoscenze scientifiche non hanno evidenziato finora un trattamento farmacologico circa la possibilità di arrestare completamente o invertire il processo di neurodegenerazione. L’adozione di un modello “organico” concentra i propri sforzi nella valutazione dei sintomi e della loro gestione. Non sempre questo approccio consente di promuovere il benessere individuale della persona con Demenza.
Secondo questo approccio, la buona salute è sinonimo di assenza di patologie. Dunque ogni condizione medica rappresenta un’alterazione da dover risolvere.
L’importanza del benessere della persona
Da alcuni anni si riconosce invece l’importanza di nuovi aspetti che contribuiscono al benessere della persona. Si riconosce la necessità di un buon funzionamento mentale e sociale, da affiancare a quello fisico.
Lo stato di benessere percepito risulta il prodotto dei fattori che intervengono in questi ambiti. Inoltre, anche lo stato di malessere viene riconosciuto come un disagio legato ad uno o più dei fattori determinanti per la salute. Questa prospettiva prende il nome di “modello biopsicosociale”.
Il modello “biopsicosociale”
Il modello biopsicosociale rappresenta un punto di svolta nella promozione del benessere e della salute. Attraverso una visione globale, è possibile delineare fattori di rischio e di vulnerabilità di natura biologica, psicologica e sociale.
Condizioni mediche croniche come la Demenza, che richiedono un coinvolgimento attivo del nucleo familiare nel processo di cura, possono essere inquadrate sotto nuovi punti di vista. L’adozione di tipologie di intervento mirati in una prospettiva biopsicosociale individua le risorse presenti nel contesto di vita, individua le risorse presenti nel contesto di vita della persona con Demenza, stimola le abilità residue e promuove la partecipazione nel percorso di cura.
Applicare i principi di questo modello presenta notevoli aspetti positivi:
- Centralità della persona – il processo di cura si sviluppa a partire dalla persona. Il percorso da affrontare è molto variabile tra gli individui a seconda di necessità e barriere. La persona necessita di diventare parte attiva nel processo di cura. Coinvolgerla nelle scelte da prendere e nel gestire la propria condizione responsabilizza la persona. Il progetto di cura viene quindi affrontato e non subito.
- Superamento della diagnosi medica – essere affetto da una condizione rappresenta un punto di partenza per considerare la cura. È necessario individuare un profilo di funzionamento della persona da accompagnare alla diagnosi. Oltretutto non sono da escludere fattori come la rete sociale di riferimento o gli ambienti di vita. Una valutazione attenta considererà fattori di rischio e protettivi per il percorso di cura.
- Intervento trasversale – considerare i molteplici aspetti di vita aiuta a stabilire un intervento su misura della persona. La riabilitazione ha lo scopo di costruire un percorso che possa tenere conto dei fattori in gioco. La terapia farmacologica o non farmacologica è solo un aspetto dell’intervento tra i possibili. Per incontrare le esigenze della persona, può diventare utile modificare l’ambiente o cambiare le abitudini di vita. Inoltre l’intervento deve essere adattato nel tempo per adeguarsi alle necessità della persona.
- Dignità della persona – spesso una diagnosi medica può condizionare l’identità della persona affetta. La malattia diventa parte integrante dell’identità della persona. Il ruolo di “malato” spinge alla richiesta di cure ed assistenza. Tale ruolo può essere promosso dalla persona stessa e da altre persone intorno. Responsabilizzare la persona alla cura aiuta a non subirla passivamente. Di conseguenza promuovere la cura di sé in maniera partecipata coinvolge la persona nelle scelte da prendere.
Consapevolezza dei limiti
Il benessere può diventare lo scopo da raggiungere attraverso un equilibrio tra gli aspetti di vita. Sviluppare una consapevolezza delle barriere e dei punti di forza esistenti aiuta a valutare più attentamente la propria condizione. Un processo di cura che adotta interventi specifici in una prospettiva biopsicosociale può rappresentare un percorso a misura della persona. Un benessere da raggiungere alla propria velocità e coi propri mezzi, in cui la persona con Demenza non è lasciata sola.
Danilo Atripaldi, Psicologo
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