Affrontare l’inizio della scuola insieme a bambini e ragazzi con autismo
Le vacanze estive sono ormai quasi giunte al termine e come ogni anno i bambini e ragazzi si preparano al ritorno alla scuola. C’è anche chi invece entra nel contesto scolastico per la prima volta. Questo potrebbe creare non pochi problemi poiché il bambino o il ragazzo potrebbe essere spaventato perché non conosce i compagni di classe, per il passaggio da una scuola all’altra, dagli insegnanti o semplicemente i più piccoli potrebbero non voler lasciare la propria mamma. Il primo giorno di scuola appare più complicato sia per i genitori che per i bambini o gli adolescenti con autismo, poiché potrebbero non essere subito pronti ad affrontare il nuovo inizio e l’ambiente scolastico a causa dell’ansia o di problematiche sensoriali.
Come affrontare il primo giorno di scuola?
L’inserimento scolastico va a modificare la routine quotidiana che si era venuta a creare. Generalmente nell’autismo non si tollerano adeguatamente eventuali cambiamenti che potrebbero risultare molto difficili da gestire.
L’ansia e lo stress, che il bambino o il ragazzo può esperire, potrebbero portare ad un aumento dei comportamenti problema, quindi:
- incrementare l’intensità e la frequenza delle stereotipie,
- accentuare la produzione dei comportamenti compulsivi e ritualistici,
- improvvise crisi di rabbia che possono sfociare in comportamenti aggressivi.
Alcuni consigli utili
Per prevenire i comportamenti problema, è importante preparare prima il bambino o l’adolescente con Autismo all’inizio della scuola e all’inserimento nel nuovo contesto scolastico.
Nelle settimane precedenti, potrebbe essere utile utilizzare l’agenda visiva per descrivere in modo più chiaro e comprensibile ciò che succederà, attraverso l’uso di immagini e simboli. Questo strumento indica i vari momenti della giornata, riducendo così il senso di incertezza. Inoltre fornisce una maggiore prevedibilità della routine quotidiana.
Inoltre, un altro suggerimento utile è permettere al bambino o al ragazzo con autismo di visitare la scuola ed eventualmente conoscere oppure semplicemente rincontrare l’eventuale insegnante di sostegno o educatore, prima dell’inizio dell’anno scolastico.
In questo modo, potrà familiarizzare con gli ambienti scolastici ed eventualmente creare una minima relazione o riprendere un vecchio legame con la persona che lo accompagnerà per il periodo scolastico.
È importante decidere preliminarmente chi accompagnerà a scuola il bambino o l’adolescente, chi lo riceverà, per quanto tempo starà a scuola e cosa farà in quel tempo.
Inoltre, è necessario procedere all’inserimento nel contesto scolastico a piccoli passi. In modo da favorire il graduale adattamento e partecipazione alle attività dell’intera classe.
La vita scolastica del bambino con autismo
Secondo la normativa vigente, inoltre, con l’introduzione dei Bisogni Educativi Speciali diviene obbligatoria la personalizzazione educativa e didattica. Ossia ogni studente ha bisogno di un programma di apprendimento individuale. Questo è stilato sulla base delle caratteristiche del singolo bambino o ragazzo con ASD. A scuola, tramite un’educazione inclusiva, il bambino o adolescente con autismo ha l’opportunità di sviluppare anche la comunicazione e la socializzazione. Come abbiamo già sottolineato anche l’uso di dispositivi tecnologici come per esempio il tablet è un’ottima opportunità per favorire l’apprendimento nei bambini e ragazzi con autismo.
È utile inoltre, creare una solida alleanza tra scuola, genitori, educatori, ognuno nel rispetto del proprio ruolo e delle proprie competenze. Questa collaborazione favorisce un importante scambio delle esperienze e dunque delle difficoltà che si potrebbero incontrare via via nell’anno scolastico. Grazie a questa cooperazione viene a crearsi un ambiente scolastico accogliente in cui si impara, rispettando le caratteristiche individuali degli studenti con autismo. Alcuni bambini o ragazzi con autismo riescono inoltre a seguire il percorso scolastico, altri invece potrebbero avere maggiori difficoltà che possono essere arginate riconoscendo i bisogni di questi studenti. Per esempio se il bambino ha notevoli difficoltà linguistiche si può utilizzare la Comunicazione aumentativa alternativa. Oppure dei supporti visivi e/o uditivi ecc che verranno affissi in classe.
I compagni di classe
Un elemento importantissimo per il bambino con autismo è il gruppo classe. Anche i compagni di classe devono essere accompagnati fin dai primi giorni all’incontro e alla comprensione dei comportamenti che per loro potrebbero essere “strani” (stereotipie, ecolalie ecc). Uno dei modi può essere fargli scoprire e valorizzare i punti di forza di ogni singolo bambino. Bisogna dunque accompagnare il bambino o ragazzo con autismo alla progressiva entrata tra i compagni di classe. Una tecnica che potrebbe essere introdotta nelle aule è la peer education, che propone appunto un modello di apprendimento orizzontale. In questo modo la trasmissione delle conoscenze avviene da bambino a bambino. Ad esempio in un gruppo di bambini che studia insieme la geografia ognuno ha un aspetto dell’Italia su cui focalizzarsi e si scambino informazioni tra di loro.
Più nello specifico vengono scelti alcuni bambini che svolgono un ruolo di educatori nei confronti degli altri bambini, e via via si procede alla discussione in gruppo su quel dato argomento. In questo modo si ha l’opportunità di sviluppare l’apprendimento attivo, le abilità sociali e cognitive. Inoltre si favorisce la coesione del gruppo classe e il senso di unità e appartenenza. È importante però che questo modello sia continuativo nel tempo e che venga portato avanti durante tutto l’anno scolastico, coinvolgendo il gruppo classe attivamente.
Questi sono solo piccoli consigli da cui prendere spunto, sperando che siano utili. Le nostre piccole riflessioni, infatti, non sostituiscono in alcun modo l’intervento individualizzato del bambino o dell’adolescente con condizione dello spettro autistico da parte della rete socio-sanitaria di riferimento.
Dott.ssa Rosamaria Satriano, Dottoressa in Psicologia
Dott.ssa Marina Dei, Psicologa
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