DSA e DAD: gli effetti della didattica a distanza sugli studenti
L’emergenza Covid-19 ha stravolto le nostre vite: adattandoci a dispositivi di protezione individuale, distanza di sicurezza, smartworking, coprifuoco. Siamo stati costretti ad accettare, senza troppe obiezioni, tutto quello che sembra in grado di preservare la nostra e altrui salute, con grandissimi cambiamenti nelle nostre vite. Ma la trasformazione più grande e dibattuta ha riguardato il mondo della scuola. Soprattutto sugli effetti della DAD (didattica a distanza) su studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA).
Se fino a qualche anno fa l’introduzione dei Bisogni Educativi Speciali segnava un momento di grande svolta nel panorama educativo italiano promuovendo grande sensibilità e apertura verso tutte quelle situazioni di “svantaggio scolastico”; ora il mondo della scuola si trova ad affrontare un’altra grande sfida: garantire agli studenti una didattica adeguata e allo stesso tempo preservata dal rischio pandemico in atto. Ed è così che si è ricorsi alla DAD (didattica a distanza).
La DAD
La DAD ha completamente ribaltato il mondo della scuola e stravolto quei canoni scolastici tanto seguiti. Pur cercando di tenere fede agli obiettivi formativi e sociali, questa nuova modalità ha messo a dura prova genitori, insegnanti e studenti, dovendosi confrontare con un modo diverso di fare le lezioni. In questo contesto la più grande sfida rimane la gestione dei BES. Nonostante i tanti cambiamenti della DAD rimane possibile garantire una didattica inclusiva e di qualità per i Bisogni Educativi Speciali? Nel seguente articolo ci soffermeremo infatti sugli effetti della DAD su studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA).
DSA: il ruolo della scuola e della famiglia
La nota ministeriale n.388 del 17/03/2020 non ha dimenticato o messo da parte bambini e ragazzi con DSA e BES, ma tende a rammentare all’istituzione scolastica di dedicare loro una particolare attenzione. Infatti, la DAD consente di proseguire favorendo l’inclusione degli alunni, in linea col PDP (Piano Didattico Personalizzato). Assumono così un ruolo chiave la famiglia e il team scolastico nel garantire un adeguato percorso di apprendimento. Infatti, i docenti si impegnano ad organizzare attività attraverso l’utilizzo di strumenti compensativi e misure dispensative. Il dirigente scolastico, tenendo conto di bambini con BES, si occupa di garantire loro dispositivi o appositi sussidi scolastici; e le famiglie si coordinano e collaborano coi docenti.
Pro e contro della DAD per gli studenti con DSA
La didattica a distanza ha apportato molti cambiamenti al contesto di apprendimento, anche da un punto di vista psicologico e relazionale. Nel caso degli studenti con DSA è possibile immaginare come la DAD (didattica a distanza) possa avere avuto effetti positivi e negativi. La didattica a distanza diventa un’opportunità per sperimentare nuove modalità di apprendimento: più interattive, meno vincolate alla semplice triade lettura-scrittura-ragionamento matematico.
- Ci si trova a disposizione software e applicazioni multimediali che permettono, quando ben utilizzate, di promuovere: la creatività, il pensiero divergente e il problem solving, cose già familiari ai DSA. La percezione di autoefficacia di ogni studente DSA cambia e si arricchisce di nuovi elementi, riducendo quella percezione di “diversità” spesso vissuta all’interno della classe e stabilità alla sola performance scolastica;
- La presenza dei genitori, quando ben calibrata e commisurata alla reale esigenza dei propri figli, trasmette a questi più sicurezza;
- Con la DAD si ha la possibilità di ascoltare più volte le lezioni registrate rispettando i tempi propri dello studente.
D’altro canto, ci sono dei risvolti negativi da tener conto:
- Diminuiscono le interazioni con gli insegnanti e soprattutto con gli altri compagni avendo delle conseguenze sull’inclusione scolastica;
- Si rischia di lasciare alcuni alunni in uno stato di “povertà educativa”. Ad esempio, studenti che prediligono uno stile di apprendimento basato sull’ascolto presentano una maggiore difficoltà con le videolezioni, in cui generalmente è più difficile tenere alta l’attenzione;
- Se l’alunno, ed in particolare il bambino con DSA, prova gioia e sollievo a seguire le lezioni online piuttosto che a scuola, vuol dire che vive il contesto scolastico in maniera tormentata, ed è fondamentale agire su tale problema.
Suggerimenti per gli insegnanti
Al fine di garantire l’apprendimento e l’inclusione scolastica degli studenti con DSA, gli insegnanti possono ricorrere ad alcuni accorgimenti da implementare nel nuovo modo di fare lezione. Come:
- Utilizzare un’unica piattaforma online, valida per tutto il team dei docenti (come Google Classroom o WeSchool);
- Promuovere una maggiore interazione tra alunno e insegnante coinvolgendo attivamente gli studenti;
- Preferire sistemi di comunicazione diretta(come videoconferenza su Skype o Zoom);
- Creare piccoli gruppi virtuali tramite Skype o WhatsApp per favorire l’apprendimento e la relazione tra gli studenti attraverso la cooperazione;
- Personalizzare materiale e compiti, considerando gli strumenti compensativi e le misure dispensative previste dal PDP.
Suggerimenti per le famiglie
Dato il forte coinvolgimento delle famiglie nel nuovo modo di svolgere le attività scolastiche, una buona collaborazione fra genitori e insegnanti risulta essenziale. Pertanto, può essere utile:
- Pianificare le attività da svolgere settimana per settimana;
- Delineare un programma giornaliero dei tempi da dedicare allo studio e ai giochi;
- Definire dei momenti nell’arco della giornata in cui lo studente può contare sull’aiuto dell’adulto;
- Rimanere in contatto col gruppo docenti per collaborare attivamente.
L’aiuto delle tecnologie
La DAD ha trasformato senza alcun dubbio il modo di apprendere e relazionarsi con insegnanti e coetanei, ed è altrettanto evidente che tutti noi auspichiamo ad un ritorno alle modalità scolastiche precedenti all’emergenza sanitaria. Ma l’utilizzo delle tecnologie e delle modalità online implementate con la DAD possono essere comunque d’aiuto per realizzare contenuti più moderni e interattivi che possono risultare più coinvolgenti e stimolanti per gli studenti con DSA.
Dott.ssa Sabrina De Filippis, psicologa
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