giovedì, Novembre 21, 2024
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Come riconoscere i DSA? Alcuni segnali a cui prestare attenzione

La famiglia assume un ruolo primario nel percorso educativo di ciascun bambino. Infatti, i genitori sono tra i primi ad interrogarsi sui motivi di eventuali problematiche scolastiche; chiedendosi ad esempio se è meglio rimproverare il proprio figlio affinché si impegni di più o se è meglio lasciargli più tempo; se è solo pigro o se il bambino presenta stress, ansia, problemi emotivi. A volte queste difficoltà potrebbero rappresentare dei segnali utili per valutare e riconoscere un disturbo come i DSA (Acronimo di disturbo specifico dell’apprendimento)

Queste preoccupazioni sono del tutto normali e sono molti i genitori che si trovano ad affrontare questo tipo di paura. Il nostro scopo è dare alcune indicazioni alla famiglia su possibili campanelli di allarme che possono far sospettare un DSA. Inoltre non bisogna sottovalutare l’importanza di confrontarsi sempre con gli insegnanti e affidarsi a professionisti in grado di guidarvi verso un iter diagnostico e di trattamento specifico.

I segnali a cui prestare attenzione per i DSA

È possibile che un genitore intento ad aiutare il proprio figlio nei compiti a casa o giocando insieme si accorga di alcune difficoltà: nella lettura, nella scrittura o nei calcoli. Talvolta, queste difficoltà possono essere interpretate come conseguenza della svogliatezza o distrazione del bambino. Altre volte, invece, non sono riconducibili a tali fattori quanto piuttosto a dei veri e propri disturbi del neurosviluppo, ossia i DSA. Può essere utile quindi, imparare a prestare attenzione e riconoscere possibili segnali che riconducano a un DSA. Infatti, già quando il bambino frequenta la scuola dell’infanzia, possono emergere difficoltà in alcune attività come:

  • ricordare elenchi di nomi, cose, numeri o il nome appropriato di un oggetto;
  • imparare filastrocche in cui ci sono rime;
  • riconoscere parole con assonanze; 
  • arricchire il proprio lessico;
  • apprendere numeri, giorni della settimana, il nome dei colori.

Quando il bambino inizia a frequentare la scuola primaria, si possono osservare altre criticità come:

  • problemi nel dividere la parola in sillabe e/o ricostruire la parola intera dalle sillabe;
  • lettura ad alta voce faticosa e poco fluente, con la conseguente tendenza del bambino a cercare scuse per non leggere;
  • tendenza ad omettere delle lettere nelle parole e/o nel metterle nell’ordine sbagliato;
  • difficoltà a contare gli oggetti, per questo spesso tale azione viene svolta quasi esclusivamente sulle dita;
  • ortografia inappropriata rispetto all’età;
  • utilizzo di un lessico limitato nella scrittura spontanea;
  • difficoltà linguistiche in ambito matematico. Per esempio confonde i numeri e i simboli e ha difficoltà ad apprendere le tabelline;
  • scarse competenze nella pianificazione e organizzazione delle attività.

Tali aspetti non sono necessariamente presenti tutti contemporaneamente ma spesso alcuni tra questi possono essere associati.

Cosa può fare un genitore preoccupato, che ha colto questi segnali?

Quando la famiglia sospetta che il proprio bambino abbia un DSA, può per prima cosa rivolgersi agli insegnanti, confrontandosi con loro relativamente ad eventuali difficoltà emerse. I docenti, tenendo conto anche dell’età del bambino, possono attuare percorsi di potenziamento delle materie accademiche. Nel momento in cui questi percorsi non risultino efficaci, è opportuno rivolgersi ad uno specialista, uno psicologo esperto in DSA oppure un neuropsichiatra infantile. È importante sapere che non è possibile ottenere una diagnosi certa per un disturbo di lettura e scrittura prima della fine della seconda elementare e prima della fine della terza elementare per quanto riguarda il disturbo di calcolo.

Lo specialista, prima di sottoporre il bambino alla valutazione, acquisirà informazioni tramite i genitori relativamente alla storia personale e alle difficoltà presentate. Successivamente, la famiglia sarà informata del risultato di tale valutazione tramite relazione scritta. Al suo interno sono indicati i risultati dei test somministrati, la diagnosi e le precise indicazioni da adottare in ambito didattico-educativo a favore del bambino.

Dopo la diagnosi

Una volta ricevuta la diagnosi, molti genitori si trovano ad affrontare  sentimenti e vissuti emotivi di colpevolezza, inadeguatezza e confusione. Potrebbero non sapere come rivolgersi ai propri figli o come aiutarli efficacemente. Pertanto è bene ricordare alle famiglie che può essere utile:

  • spiegare al proprio bambino, attraverso un linguaggio semplice e chiaro, che le difficoltà che ha incontrato possono essere ovviate attraverso l’utilizzo di strategie e strumenti alternativi. Inoltre che il suo modo “diverso” di apprendere può essere una risorsa in termini di creatività, originalità, pensiero per immagini, ecc;
  • giocare insieme, per esempio con le carte oppure a Monopoli, Scarabeo, Nomi cose e città, ecc. Questi giochi possono essere d’aiuto per potenziare le capacità di concentrazione, memoria, linguaggio. Allo stesso tempo questo aiuta a creare dei momenti di convivialità e divertimento familiare;
  • individuare i punti di forza del bambino, che possono essere nella musica, nello sport, nel disegno, nella pittura e valorizzarli.

In conclusione, non bisogna dimenticare che, nonostante le prime difficoltà in cui può imbattersi la famiglia, il bambino con DSA può apprendere con modalità alternative e non convenzionali, oltretutto molto efficaci e stimolanti. In questo modo si potranno ottenere risultati di successo, superando i limiti dei primi anni di scuola. Pertanto può risultare utile il rinvio ad un altro articolo della dott.ssa Sabrina De Filippis, sull’importanza di promuovere l’autostima a scuola

Dott.ssa Sabrina De Filippis, psicologa


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