DSA: l’importanza di promuovere l’autostima dei ragazzi a scuola
Durante il percorso scolastico, i bambini con DSA possono sperimentare un forte disagio emotivo, dovuto alle frequenti difficoltà che riscontrano a scuola: risulta quindi essenziale intervenire per promuovere l’autostima del bambino oltre che agire sulle difficoltà di apprendimento. La sofferenza psicologica che il bambino può provare viene spesso aggravata dalle diagnosi tardive del disturbo che portano insegnanti, genitori e coetanei a definire i bambini con DSA come svogliati e pigri, incrementando così alcuni vissuti emotivi. Quali:
- Sfiducia;
- Senso di inadeguatezza e inferiorità;
- Convinzione di essere poco intelligente;
- Scarsa motivazione;
- Bassa autostima;
- Minore responsabilità rispetto al proprio apprendimento;
- Tendenza ad abbandonare il compito alle prime difficoltà.
Tali esperienze emotive rischiano di causare conseguenze persistenti e negative sul futuro personale e professionale dei bambini.
Come si può manifestare il disagio?
Il disagio può esprimersi sottoforma di diverse sfumature, le quali andrebbero valutate con attenzione per sostenere il bambino in un percorso scolastico e di vita soddisfacente. Il bambino può manifestare ad esempio:
- Un comportamento ritirato, in tal caso tende a “nascondersi” e ad isolarsi dal resto del gruppo classe;
- Una tendenza ad evitare il confronto, rifiutando di svolgere i compiti;
- Una certa inibizione che si esprime con la tendenza a parlare poco;
- Manifestazioni di rabbia;
- Comportamenti disturbanti;
- Comportamenti oppositivi, nei confronti di insegnanti e genitori che gli propongono i compiti scolastici;
- Ansia;
- Intensa tristezza.
È importante agire tempestivamente su tali reazioni comportamentali per non rischiare di sviluppare dei circoli viziosi in cui il disagio emotivo aggravi ancor di più la situazione del bambino. Questi vissuti e comportamenti potrebbero determinare una crescente emarginazione. Infatti, spesso i bambini con DSA sono vittime di bullismo o, anche se più raramente, possono essi stessi assumere comportamenti da bullo come forma di rivalsa per le frustrazioni subite.
In caso di diagnosi tardiva…
Spesso, le diagnosi di DSA vengono fatte in una fase più avanzata del percorso scolastico. In taluni casi per una capacità del bambino a compensare le proprie difficoltà e in altri per una tendenza a sottovalutare le difficoltà da parte di insegnanti o genitori. Di conseguenza, se il ragazzo arriva alla scuola secondaria senza una diagnosi, i suoi vissuti di sofferenza possono peggiorare, perché c’è un aumento delle richieste scolastiche che diventano via via più complesse. Perciò il ragazzo sperimenta frustrazione, incapacità, inadeguatezza e bassa autostima.
Le stesse esperienze tendono a ripresentarsi durante la scuola superiore e, se il ragazzo non ha trovato strategie compensative, si può incorrere nell’abbandono scolastico.
Pertanto, la scuola assume un ruolo cruciale nel segnalare precocemente ai genitori difficoltà accademiche che potranno o meno essere DSA. Una diagnosi tempestiva, a opera di figure professionali specializzate, è fondamentale per intervenire precocemente sulle difficoltà di apprendimento e per aumentare l’autostima di bambini e ragazzi con DSA.
Frasi da evitare e atteggiamento da adottare
Il linguaggio che si utilizza e il comportamento che si assume nei confronti di bambini e ragazzi con DSA ha un impatto significativo sulla loro esperienza emotiva. Dunque, è bene formulare dei messaggi comunicativi che si focalizzino sulle risorse del bambino piuttosto che sulle difficoltà; sull’impegno piuttosto che sulla prestazione finale ottenuta. Risulta essere poco proficuo insistere con attività che puntino alla ripetizione immediata e all’intensificazione di impegno e attenzione. Risulta invece più efficace:
- Costruire occasioni in cui il ragazzo con DSA sperimenti l’autoefficacia. Cioè promuovere la convinzione di essere capace in qualcosa, tramite l’attuazione di attività scolastiche che non coinvolgano necessariamente le abilità di lettura, scrittura e calcolo: ad esempio la realizzazione di cartelloni con disegni e immagini.
- Evitare l’uso d’affermazioni che iniziano con TU anche sottinteso, ad esempio: “Sei sempre il più lento a finire i compiti”. Questa frase, può essere avvertita come giudizio, abbassando così l’autostima del bambino. Contrariamente, se si esprime lo stesso concetto usando il termine IO (anche sottinteso) :”Io sono preoccupata quando sei più lento”, viene messo in risalto la sensazione dell’insegnante o del genitore e non si colpevolizza il bambino per la sua lentezza. Inoltre il termine quando, permette di riferirsi a un singolo comportamento e non all’intero modo di essere del bambino.
- Valorizzare e riconoscere le abilità creative che sono tavolta geniali nei bambini e ragazzi con DSA, al fine di promuovere l’autostima del bambino a scuola.
Dott.ssa in Psicologia Sabrina De Filippis
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