giovedì, Novembre 21, 2024
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Sindrome di “burnout”: la condivisione come antidoto allo stress

Dalla teoria alla realtà” è una rubrica del progetto TAM TAM Psicoterapia Sociale in cui, partendo da fatti reali tratti dal quotidiano o dalla letteratura, riflettiamo insieme sulle esperienze di chi ha vissuto sulla propria pelle o comunque da vicino ciò di cui i nostri professionisti ci parlano dal punto di vista della teoria. Il tema scelto questo meseper parlare di benessere psicologico è il Burnout, una sindrome derivante da stress cronico associato al contesto lavorativo. Ma cos’è? E in cosa consiste?

Che cos’è il Burnout?

Attualmente è sempre più alto il numero di persone affette dalla sindrome di burnout e si dice che, ormai, è sullo sfondo dello stress quotidiano di chiunque, soprattutto di chi lavora prendendosi cura degli altri ed essendo correlata allo stress lavorativo, la troviamo in alcune professioni di aiuto ( medici, infermieri, insegnanti, psicologi, ecc.). Tale sindrome determina manifestazioni di disagio correlate allo stress e tutto ciò implica il deteriorarsi delle stesse relazioni. In base alle ricerche di Schaufeli e Enzmann la sindrome di burnout si verifica quando l’equilibrio tra domanda e riserva di energia è disturbato.

Un paziente:

Sono 12 anni che lavoro in ospedale, avendo vinto il concorso come infermiera e da 12 anni sono accanto alle persone affette da malattie terminali, mi sento onnipotente nei confronti della morte e poco umana. Sono molto professionale, ma mi sento priva di emozioni, demotivata in tutto ed è per questo che oggi cerco aiuto.

Un quadro storico

Agli inizi degli anni ’70, Freudenberger e la Maslach, inquadrano la caratteristica principale del burnout nell’interazione sociale in quanto lo stress dipende unicamente dalle interazioni sociali che si stabiliscono tra gli operatori e i loro utenti. Inoltre si può notare che la sindrome di burnout è talvolta legata al mobbing (l’essere sottoposto a vessazioni da parte di capo reparti, primari, dirigenti, colleghi). Grazie agli studi di Schaufeli e Enzmann il burnout è stato definito un vero e proprio problema sociale. Alla luce di ciò appare evidente che sanare il tessuto sociale è di primaria importanza per prevenire questo tipo di stress cronico.

Attualmente la globalizzazione non aiuta la nostra società ad uscire dallo stress. La nostra, infatti, è una società concentrata sull’io e non sul noi, ed è proprio la perdita del “noi” a provocare lo stress. Il voler essere al centro dell’attenzione, il voler avere sempre l’ultima parola, infatti, comporta maggiori livelli di aggressività, il considerare il gruppo un tribunale giudicante abbassa i livelli di autostima, induce a depressione, il dominare, il delegare, il vittimismo, comportano inevitabilmente conflitti e disfunzioni. Un paziente:

 “Mi riconosco come una persona che dipende dall’altro, mi sento demotivata in tutto. Mi definisco ossessiva e paranoica.”

La condivisione come antidoto allo stress

Appare evidente che riappropriarsi di un ruolo sociale è molto importante per non scivolare in questo tipo di stress cronico. Se il burnout è il fallimento del processo adattivo e pertanto del processo stesso di costruzione del sè, è un’esperienza sì individuale, ma anche una dimensione collettiva in quanto per la strutturazione del sé è importante mettere da parte ogni individualismo, ricercare opinioni, portare informazioni, dare un’opinione personale, riformularla, chiarire e coordinare le attività di un team. Orientare il proprio gruppo di lavoro facendolo prendere coscienza del suo andamento, procedere all’esame critico di ciò che è stato fatto, assolvere alle funzioni organizzative, fare il punto sull’andamento del team, incoraggiarsi a vicenda, condividere le responsabilità, porta non solo armonia con gli altri, ma soprattutto con se stessi. Mantenere aperti i canali di comunicazione pertanto serve a combattere la sindrome di burnout. Con tale premessa è importante promuovere una società in cui tutti i lavoratori possano avere una rappresentazione di sé come categoria, comunità solida e consapevole di sapersi assumere responsabilità condivise. Solo così potremmo gettare le basi di una società differente che non sia basata sull’”io” ma sul “noi”.

La dott.ssa Noemi Guasco ci ha parlato invece delle cause e dei modi per affrontare lo stress cronico attraverso un video molto semplice e chiaro.

Bibliografia

Schaufeli  W.B.,  Enzmann D. (1998), The burnout companion to study and practice: a critical analysis, Taylor & Francis, Philadelphia.

Maslach C. (1976), Burned-out, in: “Human Behavior”, 15 sept., 16-22.

Maria Laura Giampaglia, Psicologa clinica

 


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