domenica, Novembre 24, 2024
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Comunicare con la persona con demenza

Nel decorso naturale della demenza, a prescindere dalla sua natura, una persona può gradualmente perdere la capacità di comunicare le proprie intenzioni e di comprendere quelle degli altri in modo efficace. Questa difficoltà può comportare una serie di problemi nel comunicare con la persona con Alzheimer o altra demenza sia per gli estranei che per i propri familiari, nonché una notevole frustrazione da parte della persona.

Le difficoltà possono variare notevolmente da persona a persona, ma alcune delle più comuni possono riguardare:

Donna anziana che si asciuga le lacrime agli occhi con un fazzoletto, frustrata dal non riuscire a comunicare efficacemente i suoi bisogni, i suoi sentimenti.

● Difficoltà nel trovare le parole giuste per esprimersi

● Utilizzo di parole alternative, legate a quella che doveva essere espressa

●  Difficoltà nel pronunciare determinate parole

● Problematiche nell’esprimere le proprie emozioni

● Difficoltà nel capire correttamente di cosa si sta parlando

● Trasgressione di alcune “norme di conversazione”: è possibile che si ignori una persona che sta parlando o che la si interrompa di continuo


Cosa fare?

Assicurarsi innanzitutto che le difficoltà non provengano da deficit dell’udito o della vista: una visita dal medico e l’utilizzo di supporti per l’udito o gli occhiali possono migliorare sensibilmente alcuni aspetti della comunicazione.

Buona parte della comunicazione avviene attraverso modalità non verbali

Nonostante si possa presentare un declino nelle abilità di ragionamento logico, è importante ricordare che le persone con demenza generalmente riescono a conservare bene una comunicazione legata alle emozioni e sentimenti.

Le parole che vengono utilizzate rappresentano solo il 7% del messaggio che viene recepito mentre il resto è occupato dalla gestualità, dal tono della voce, dalle espressioni facciali e corporee (Mehrabian, 1981).

Di conseguenza è fondamentale per i familiari comprendere l’importanza del linguaggio corporeo: sospiri, sopracciglia aggrottate, espressioni di disapprovazione possono essere facilmente recepite dalla persona con demenza.

Il consiglio è quello di mantenere la calma e concedere il tempo alla persona di comprendere quanto detto e di poter rispondere, utilizzando il contatto, quando appropriato, per comunicare vicinanza alla persona. (ad esempio una mano sulla spalla, un gesto di accoglienza)

Particolare di un giovane uomo che stringe le mani di una donna anziana con alzheimer con intenzione di comunicare sicurezza.
Per comunicare efficacemente con una persona con demenza possiamo provare a:
  • Parlare non troppo velocemente ed in modo concreto, evitando concetti troppo astratti
  • Minimizzare le fonti di rumore per consentirgli di concentrarsi meglio (TV, radio, altre persone che parlano)
  • Cercare di non sovrapporre le persone che parlano, in modo da seguire solo una conversazione alla volta
  • Utilizzare delle informazioni-guida, specialmente quando si parla di un’altra persona (ad esempio: tuo marito Luca, tua figlia Anna)
  • Mantenersi sempre in piena vista della persona con demenza quando ci si interagisce
  • Cercare di mantenersi comprensivi rispetto alle dimenticanze: una ricorrenza può rimanere molto sentita anche se non se ne ricorda la data
Alcuni comportamenti da evitare invece sono:
  • Parlare della persona come se non fosse presente lì
  • Irritarsi per ricorrenze, cose o persone non ricordati
  • Sottovalutare il grado di memoria richiesto per poter rispondere anche a domande apparentemente semplici (es.: come si chiamano i nipoti/figli)
  • Sottolineare ciò che la persona non può più fare; suggerire invece azioni che la persona è ancora capace di fare
  • Trattare la persona con sufficienza: possono esserci difficoltà nel capire cosa è stato detto, ma un tono di sufficienza può essere facilmente recepito emotivamente
  • Ordinare di fare qualcosa

Adottare degli accorgimenti come questi può essere un punto di partenza per contenere l’agitazione e la frustrazione di non riuscire sempre a capirsi e contrastare l’isolamento sociale che ne deriva.

Dott. Danilo Atripaldi

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