Psicoterapia: cos’è il disturbo ossessivo-compulsivo
Soffrire del disturbo ossessivo compulsivo condiziona il normale svolgimento della vita quotidiana, ma cos’è e come si presenta?
Sarà capitato a tutti di pensare di non aver chiuso la porta di casa e di ritornare e controllare se la porta è davvero chiusa, o di sentire l’esigenza di avere la propria scrivania perfettamente in odine per poter studiare con concentrazione o, in special modo in questo periodo storico segnato dalla pandemia di Covid-19, di toccare un oggetto e sentire l’esigenza di lavarsi accuratamente le mani per paura che sia pieno di germi.
Questi sono degli esempi di normali pensieri che a volte possono diventare vere e proprie ossessioni e compulsioni. Ne sentiamo spesso parlare, tanto che, per esempio ad un amico particolarmente perfezionista diciamo “Sei troppo ossessivo!”.
- Le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini ricorrenti vissute come indesiderate.
- Le compulsioni, invece, sono comportamenti o azioni mentali che la persona sente di dover fare perché dettate dall’ossessione (sono sicuro di aver lasciato il gas aperto, ora vado a controllare) o perché sente di dover rispettare delle regole (ho pensato una parolaccia ora devo pregare).
Sentiamo spesso parlare di disturbo ossessivo compulsivo (DOC), ma cos’è realmente?
Il disturbo ossessivo-compulsivo
Il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) è contraddistinto da ossessioni e compulsioni, nonché da preoccupazioni, comportamenti ripetitivi (a volte centrati sul corpo, come ad esempio toccarsi continuamente i capelli, o grattarsi le mani) e azioni mentali (penso una parolaccia, dico una preghiera). La differenza tra il DOC e le normali preoccupazioni è l’intensità. Nel DOC, infatti, le ossessioni e le compulsioni sono eccessive e persistenti, compromettendo il normale svolgimento della vita quotidiana ostacolando alla persona di svolgere il proprio lavoro, di coltivare amicizie e hobby, ecc. Per metterle in atto, la persona perde molto tempo (per esempio: si sente la necessità di fare la doccia per almeno due ore al giorno).
I comportamenti e le azioni mentali vengono messi in atto per alleggerire l’ansia e la preoccupazione generate delle ossessioni. In un certo senso sono reazioni al fine di proteggersi e sentirsi meglio, che paradossalmente alleviano l’ansia sul momento ma creano ulteriore disagio. Le ossessioni infatti sono vissute come intrusive, e la persona non riesce a “bloccarle” pur provando ad ignorarle cercando di pensare ad altro. Per quanto riguarda il contenuto specifico delle ossessioni, varia da persona a persona che possono essere ricondotte a delle tematiche costanti:
- Pulizia: si pensa che tutto sia sporco, si ha paura dei germi, o si sente il bisogno di pulire o lavare spesso le mani, ecc
- Simmetria: si sente il bisogno di ordinare i libri per ordine di grandezza, o di contare tutte le mattonelle della cucina, o di ordinare il vestiti per colore ecc
- Tabù o pensieri proibiti: pensieri aggressivi, a sfondo sessuale o con carattere religioso
- Danni: si teme di fare del male agli altri e a se stessi
Vivere con il disturbo ossessivo-compulsivo
L’aspetto più doloroso per le persone che soffrono di DOC è che queste ossessioni e compulsioni possono davvero danneggiare la qualità della vita. Per esempio:
- le ossessioni relative al danno possono far percepire come pericolose le relazioni con gli amici e di conseguenza portano la persona ad allontanarsene;
- le ossessioni relative alla simmetria possono far interrompere il percorso di studi perché questo risulterà sempre imperfetto, mai giusto.
- Le persone con ossessioni di contaminazione cercheranno di evitare, per esempio, gli ospedali perché maggiormente esposti ai germi, o sviluppano problemi dermatologici a causa dei frequenti lavaggi.
In sostanza, soffrire del disturbo ossessivo- compulsivo condiziona decisamente il normale svolgimento della vita quotidiana, ed è molto faticoso per la persona che ne soffre. Tuttavia la psicoterapia può essere di aiuto per alleggerire sia l’ansia che le ossessioni generate da essa; cosi da intervenire per alleggerire l’obbligo che il paziente sente di avere. In conclusione, si risale al punto in cui si è manifestata l’ossessione e si cerca in qualche modo di destrutturarla, per ritrovare un equilibrio nella vita quotidiana.
Marina Dei, Psicologa
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