venerdì, Novembre 22, 2024
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DSA e lingua straniera: affrontare le difficoltà e facilitare l’apprendimento

L’apprendimento di una lingua straniera nel contesto scolastico può risultare un processo complesso, sia per studenti normotipici che per studenti con DSA, a causa di alcune difficoltà

  • l’ambiente artificiale in cui viene acquisita;
  • le scarse possibilità di praticare una nuova lingua;
  • il tempo limitato di esposizione.
Come variano le lingue: lingue trasparenti e lingue opache

Le lingue non presentano tutte le stesse problematicità ma si differenziano significativamente le une dalle altre. Una prima grande distinzione viene fatta fra lingue “trasparenti” (come l’italiano) e lingue “opache” (come l’inglese). Nelle lingue trasparenti vi è una chiara corrispondenza fra segni grafici e suoni, fatta accezione per alcuni termini irregolari. Invece nelle lingue opache c’è una mancata corrispondenza fra fonemi e grafemi e a grafemi differenti possono essere associati pronunce simili o addirittura uguali. Pertanto, per un alunno con DSA, l’apprendimento di una lingua straniera come l’inglese, può essere un problema che può scoraggiare lo studente; generando, dunque, frustrazione, ansia e disinteresse.

DSA e lingua straniera: quali sono le difficoltà

Lo studente con DSA può incontrare nell’apprendimento della lingua straniera diverse difficoltà, simili a quelle incontrate nella lingua madre.  Ad esempio:

  • leggere i numeri e le ore;
  • ricercare parole nel vocabolario;
  • produrre suoni;
  • distinguere la destra dalla sinistra;
  • memorizzare le parole irregolari e acquisirne l’ortografia.

In più, gli ostacoli possono aumentare in due diverse situazioni:

  • quando la lingua da imparare è molto diversa dalla propria lingua madre;
  • quando è elevato il livello di complessità del processo di transcodifica tra fonemi e grafemi.

Inoltre, poiché in inglese gli stessi grafemi possono corrispondere a fonemi diversi, viene privilegiato un metodo di lettura globale piuttosto che analitico o sillabico. Quest’ultimo aspetto rappresenta un ulteriore problema per lo studente con DSA, che generalmente presenta delle difficoltà nell’assimilare e memorizzare il suono corrispettivo al grafema. Inoltre, la situazione si complica se l’apprendimento di una lingua straniera avviene contemporaneamente all’acquisizione del processo di lettura della propria lingua madre trasparente; così come accade per i bambini italiani. Nonostante ciò, le difficoltà che incontra l’alunno con DSA sono molto variabili e differiscono da studente a studente. Tuttavia, in linea generale, l’abilità linguistica maggiormente preservata risulta essere l’ascolto.

L’importanza di apprendere una lingua straniera per un bambino con DSA

Malgrado tutte le difficoltà che il bambino con DSA può incontrare, imparare una lingua straniera assume una certa importanza, per vari motivi:

  • Favorisce lo sviluppo cognitivo generale;
  • Permette di accedere ad una gamma di professioni più ampia; 
  • È utile per comunicare in paesi diversi dal proprio;
  • Permette di acquisire maggiori informazioni;
  • Favorisce la capacità comunicativa;
  • Permette di interagire con altre culture;
  • Favorisce l’assunzione di un atteggiamento positivo e tollerante verso altre popolazioni.

Dunque, tutti i bambini devono avere l’opportunità di imparare una nuova lingua; che li apra verso nuove esperienze e conoscenze. Pertanto è utile che vengano assunte delle strategie ad hoc per favorirne l’apprendimento negli studenti con DSA.

La ricerca delle studiose Giulia Lampugnani e Nuccia De Toma: come facilitare l’apprendimento 

Uno studio condotto nel 2008 dalle studiose Giulia Lampugnani e Nuccia De Toma ha dato un contributo in merito. Lo studio propone l’utilizzo di tecniche di linguaggio teatrale per rendere l’apprendimento della lingua inglese più efficace. La ricerca è stata condotta sia su alunni normotipici che con DSA o un probabile DSA di età compresa fra i 5 e i 12 anni. Le autrici hanno preferito un approccio didattico di tipo comunicativo piuttosto che analitico-strutturale. Pertanto hanno scelto di intervenire soprattutto sulla comprensione e sull’espressione orale piuttosto che sull’espressione scritta. Tale scelta può risultare molto utile sia per gli studenti che si trovano nella fase iniziale di acquisizione della lingua e sia per gli alunni che hanno delle difficoltà di apprendimento.

Dalla teoria alla pratica

Le due studiose hanno dunque introdotto e adottato le seguenti strategie:

  • Simulare conversazioni relative a situazioni di vita reale;
  • Usare una modalità di comunicazione “full immersion” in lingua inglese: per presentarsi, fare richieste o insegnare nuovi termini;
  • Utilizzare modalità mimiche per specificare il significato di nomi, verbi e aggettivi; rappresentandoli direttamente o mostrandoli visivamente tramite flashcards, schede di memorizzazione o poster;
  • Introdurre una didattica pratica di tipo multisensoriale e multilinguistica. Al suo interno non si fa riferimento solo ad un linguaggio verbale, ma viene coinvolto anche un linguaggio non verbale, attraverso l’utilizzo di gesti, immagini, suoni e musiche. 

In conclusione, l’utilizzo di tali strategie può rivelarsi una modalità molto interessante ed entusiasmante per tutti gli studenti. In questo modo l’apprendimento di una lingua straniera può diventare un’esperienza non solo accademica ma anche culturale, relazionale e addirittura ludica. 

Bibliografia

Lampugnani G, De Toma N., Teatro in Inglese: teoriche e utilizzo di un approccio comunicativo per facilitare l’acquisizione della Lingua Straniera ad alunni con Disturbo Specifico di Apprendimento. Esperienze e ricerche sull’integrazione scolastica e sociale. Vol.2, Ed. Junior, BG, 2008.

Dott.ssa Sabrina De Filippis, psicologa


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